Il vino racconta la cultura di millenni di storia

Il vino “racconta” il territorio, le sue caratteristiche, il clima, l’ambiente. Ma “parla” anche della popolazione che lo produce e che lo consuma, della sua cultura, della sua storia. Se si è in grado di “ascoltare”, il vino “parla”.

Le parole del vino sono state protagoniste della serata organizzata dall’Onav Catania, dal Rotary Club Catania e dalle associazioni Amenanos e Cenacum, che ha visto la partecipazione di archeologi, enologi, esperti di comunicazione e di marketing, storici dell’arte e di specialisti nella promozione del territorio.

Il vino, non solo una bevanda che accompagna il cibo, ma elemento di collegamento tra il lavoro dell’uomo e la terra, che è simbolo del dono divino, nel corso della storia dell’umanità ha rappresentato una costante fissa, un elemento concreto, ma anche simbolico, del quale l’uomo sente il forte bisogno.

Tracce di vino sono state rinvenute nelle anfore inabissate con le navi romane, greche e puniche nel Mediterraneo e Rosalba Panvini, archeologa e socia del Rotary Club Catania, ne ha illustrato la composizione per risalire alle abitudini alimentari dei nostri lontani antenati.

La presidente del Rotary Club Catania Maria Torrisi, giornalista ed esperta di comunicazione, ha parlato dell’importanza dell’etichetta e del suo impatto sul consumatore.

Lo storico dell’arte Gaetano Bongiovanni ha sottolineato il valore simbolico del vino, ampiamente rappresentato nell’arte di ogni epoca storica.

Sulla particolare organizzazione del territorio etneo, utilizzato per la coltivazione delle viti, si sono soffermati Giuseppe D’Urso, direttore del Parco Archeologico di Catania e della Valle dell’Aci e Antonio Barbera, archeologo.

A guidare l’assaggio è stato Gregorio Maria Calì, docente dell’Onav.